LA “FONTANA DI SAN MATTEO”

Il paese di Rutino ha una forte devozione nei confronti di San Matteo. Infatti, quando nel 954 il corpo dell’Apostolo fu trovato nella piana di Casalvelino, alla confluenza del Velino con il fiume Alento la notizia si diffuse rapidamente per tutto il territorio e, naturalmente, ne venne informato il vescovo di Capaccio, che decise di trasportare le sacre spoglie dalla Piana di Casalvelino alla Basilica del Calpazio, all’epoca cattedrale della vasta diocesi. Dovette essere un’assolata ed afosa giornata estiva quella scelta da vescovo per la traslazione. E fu una fatica immane per i portatori scalare la collina di Rutino con il pietoso carico del Corpo dell’Apostolo. Stanchi ed assetati si fermarono a più riprese; e proprio alle porte del paese furono testimoni di un prodigio. Dalla roccia, dove avevano poggiato la sacra teca, scaturì una sorgente d’acqua fresca e cristallina.
La “Fontana di San Matteo” esiste tuttora ed una lapide rievoca il miracolo. Secondo alcuni storici, Rutino porta anche nel toponimo segni e memoria dell’evento: l’aggettivo “rutòs” in greco significa, appunto, “fluente”, “corrente”, detto, naturalmente, dell’acqua.